LUCA CERUTTI

Nonostante siano già stati effettuati numerosi scambi interculturali in Paesi esteri, l’attività promossa e introdotta dal nostro Istituto quest’anno risulta essere innovativa e interessante: è stato, infatti, organizzato uno scambio tra le città di Varallo e Die, il paese a francese a cui è gemellato, della durata di un mese. Situata nella regione del Rodano-Alpi, vicino a Lione, Die è una cittadina di circa 4000 abitanti, che ospita la “Cité scolaire du Diois”, l’Istituto che ha collaborato con il D’Adda per permettere a questo scambio di prendere piede. Sette allievi tra Liceo Linguistico e indirizzo Turismo dell’ITE hanno deciso di prendere parte a questa iniziativa, e sperimentare un’esperienza scolastica estera. Nella seguente intervista, Michela Paparella, una delle allieve che ha partecipato allo scambio, racconterà la sua esperienza all’estero.

Potresti descrivere i meccanismi di questo scambio? A fine maggio ci è stato domandato chi volesse partecipare a questa iniziativa. Durante lo scambio abbiamo avuto la possibilità di studiare all’estero per un mese, ospitati da alcune famiglie della zona. Siamo partiti il 31 agosto, e siamo rientrati in valle il 1 ottobre. Insieme a noi sono giunti anche quattro ragazzi francesi, che abbiamo ospitato per tutto il mese di ottobre. Altri tre ragazzi arriveranno poi a febbraio, anche loro frequenteranno regolarmente il nostro istituto.

Che cosa ti ha spinto a decidere di lanciarti in questa esperienza? Ogni anno la nostra scuola organizza uno scambio in Germania, con la città di Eisleben, che però dura soltanto una settimana. Essendo i tempi piuttosto brevi, non abbiamo molto tempo per approfondire la vita scolastica in un altro Stato. Un mese, personalmente, mi sembrava una bella possibilità per inserirmi in una nuova realtà e capire come funziona la scuola in Francia. Inoltre lo scambio con la Germania era stato davvero divertente, e speravo di poter ripetere ancora un’esperienza simile.

Il soggiorno ha soddisfatto le tue aspettative? Assolutamente! Mi sono divertita molto, e mi sono resa conto che persino un mese passa davvero in fretta.

Da un punto di vista linguistico, credi che questa esperienza ti abbia aiutato ad approfondire le tue conoscenze in francese? Lo spero! In realtà, credo che sia inevitabile raggiungere un miglioramento. Dover parlare tutti i giorni un’altra lingua, o anche solo ascoltare numerose lezioni in francese, rappresenta una gran mano per la comprensione orale e la capacità di espressione. Certamente, però, non bisogna essere timidi e cercare di parlare il più possibile!

E la scuola francese, invece, come l’hai trovata? Diversa, ma molto bella. Le nostre giornate scolastiche sono più corte ma molto più concentrate. In Francia, invece, hanno una distribuzione molto particolare. Alcuni giorni avevo lezione dalle otto di mattina fino alle cinque e venti del pomeriggio, e altri giorni, invece, non avevo neanche un’ora di lezione! Tuttavia le giornate non erano pesanti, perché le ore di lezione erano intervallate da numerose pause. La vita scolastica è molto più indipendente, durante le ore buche o durante le pause è possibile uscire da scuola, oppure sono messe a disposizione diverse aule per lo studio personale o anche soltanto per rilassarsi. La scuola, inoltre, ospita sia le medie che il liceo, quindi è molto più grande della nostra, e il dover cambiare aula ogni ora rendeva un po’ difficile orientarsi. Ma tutto sommato ce l’abbiamo fatta!

Hai trovato difficoltà nel seguire le lezioni? All’inizio un po’, soprattutto per le materie come filosofia, storia o letteratura. Con calma, però, ci siamo resi conto che seguire stava diventando sempre meno difficile e, sebbene non con facilità, arrivavamo a capire tutto. Per quanto riguarda le lingue straniere, invece, ci siamo resi conto che il livello di insegnamento, in Francia, è un po’ più basso del nostro, quindi non abbiamo avuto problemi durante lezioni come inglese o tedesco.

Che tipo di rapporto hai avuto con compagni ed insegnanti? I compagni sono stati tutti gentili e simpatici. Forse molti di loro sono stati stimolati dalla curiosità di avere dei ragazzi italiani nella loro classe, e hanno cercato di parlare e rapportarsi, di conoscerci. Gli insegnanti sono stati tutti molto disponibili. Ho trovato che nella scuola ci fosse proprio un bell’ambiente.

Consiglieresti questa esperienza ai tuoi compagni? Senza dubbio! Un mese di studio all’estero non è per niente noioso, come qualcuno potrebbe pensare. Credo sia una fortuna che la nostra scuola promuova attività come queste, perché non solo sono molto interessanti e utili, ma sono molto divertenti. È inoltre una possibilità di viaggiare e conoscere nuovi luoghi a prezzi molto bassi.

Che cosa ti è piaciuto maggiormente di questo scambio? Penso che ciò che ho apprezzato maggiormente sia stata la possibilità di creare legami. È molto bello pensare che l’amicizia, il divertimento o la condivisione vadano oltre ad una semplice barriera linguistica. Creare delle amicizie con persone di altre nazioni è sempre qualcosa di speciale, qualcosa di nuovo. Viaggiare, scoprire e conoscere permettono di distruggere le barriere che noi umani stessi poniamo. Ogni luogo, ogni momento e ogni persona che conosciamo sarà in grado di donarci qualcosa, che potremo custodire dentro di noi, per il resto della nostra esistenza.