LAURA MANCA _ FOTO DI CAMILLA ZALI
Se sei in cerca di avventure, storie di vite e luoghi lontani nel tempo e nello spazio. Mentre fuori dalla finestra la pioggia avvolge le montagne e il freddo inizia a farsi sentire, quest’autunno potrebbe essere l’occasione per riscoprire alcuni classici della letteratura. Ecco il nostro consiglio: tre libri scritti con grande maestria, nonostante la loro “età” ancora in grado di presentare emozioni che hanno accomunato gli uomini dall’inizio dei tempi. Viaggiando attraverso i secoli della Storia incontrerete personaggi alle prese con la quotidianità, che alle difficoltà della vita reagiscono nei modi più disparati. Un modo per rivivere il nostro passato e scoprire pensieri e sentimenti di un tempo che si rivelano più attuali che mai.
-LUIGI PIRANDELLO- UNO, NESSUNO, CENTOMILA (1926)
“Mi proposi di scoprire chi ero io almeno per quelli che mi stavano più vicini, così detti conoscenti, e di spassarmi a scomporre dispettosamente quell’io che ero per loro”. Protagonista e voce narrante del romanzo è Vitangelo Moscarda, uomo dalla vita pacata e ordinaria improvvisamente assalito da dubbi esistenziali. A scatenarli, una domanda della moglie apparentemente semplice e innocua ma che porta il soprannominato Gengé alla realizzazione “che io non ero per gli altri quel che finora avevo creduto di essere per me”. Si apre così una riflessione, condotta per lo più in forma di monologo, che porta il protagonista a considerare sé stesso come un estraneo. In preda alla molteplicità dell’io, ovvero ai “centomila” modi in cui gli altri lo vedono, e alla conseguente inconsistenza della persona, la crisi esistenziale del Moscarda lo porta sulla strada della pazzia. Arriverà al rifiuto della sua identità, nel quale però potrà finalmente sentirsi libero dalle maschere della società.
-RYSZARD KAPUSCINSKI- IN VIAGGIO CON ERODOTO (2004)
Sono gli anni ’50 nella Polonia Orientale e Ryszard Kapuscinski è un giovane preso da un’unica, morbosa curiosità: varcare la frontiera del suo Paese. Dopo un’infanzia difficile segnata dalla Seconda Guerra Mondiale, l’occasione gli giunge dall’agenzia di stampa polacca e inizia così la sua lunga carriera da corrispondente estero. India e Cina, Africa e Iran, sempre accompagnato da una guida molto speciale: Erodoto. Con le sue “Storie”, il primo esemplare di “reporter” racconta la guerra tra Persiani e Greci in quello che sembra essere il parallelismo perfetto del conflitto in corso tra Oriente e Occidente. Descrive inoltre le popolazioni a lui contemporanee senza mai giudicarle, lasciando ai lettori l”‘ardua sentenza” e fornendo implicitamente a Kapuscinski il vademecum del perfetto giornalista alla scoperta del mondo di ieri e di oggi.
-ORIANA FALLACI- UN CAPPELLO PIENO DI CILIEGE (2008)
Perché siamo nati? Chi siamo stati nelle nostre vite precedenti che hanno dato origine a quello che siamo? Questa domanda “se l’eran già posta miliardi di esseri umani”, Oriana Fallaci lo sapeva, ma ha deciso che valesse la pena di provare a rispondere. Il libro, “partorito” poco prima della morte dell’autrice ed edito postumo, è frutto del lavoro e delle ricerche di una vita attraverso cui Fallaci porta alla luce le storie dei suoi avi. Il romanzo si sviluppa a cavallo tra Settecento e Ottocento, tra contadini toscani, guerre d’indipendenza e forti personalità che spiegano il carattere determinato della nipote che un secolo dopo avrebbe a sua volta assistito, volente o nolente, a gran parte dei conflitti della sua epoca. Con lo stesso coraggio e la stessa ostinazione tramandati nel tempo attraverso i geni dei suoi antenati.