BEATRICE CIVIERO _ FOTO DI CAMILLA ZALI

Tiziana Cantone era una ragazza che, a causa di alcuni suoi video hard che sono finiti sul web senza il suo consenso, ha iniziato a ricevere moltissimi insulti dalla rete per più di un anno. Si è suicidata. Aveva 31 anni. Com’è possibile che una persona debba arrivare a compiere un gesto così estremo solo perché attaccata da sconosciuti che le hanno reso la vita impossibile? Dato che questo video non era stato fatto per essere pubblicato, ma era riservato solo ad un numero ristretto di “amici”. Bisognerebbe anche ricordare che quando si viene filmati in qualsiasi contesto, la faccia ed il corpo continuano ad appartenere al soggetto del video e che nessuno se ne può appropriare e diffonderlo senza il consenso dell’interessato.

Non sembra strano che, davanti alla morte di una persona, la prima reazione sia un’enorme “Se l’è cercata” e non un’enorme “Mi dispiace, spero non succeda mai a me o a qualcuno a cui voglio bene”? Molte delle persone che conosciamo, purtroppo, si sono fidate della persona sbagliata almeno una volta nella vita. E tutti sanno che le conseguenze sono state pesanti. Il web è un ottimo mezzo di comunicazione ed informazione se usato nel modo corretto. Come per qualunque altro strumento, è chi lo usa a decidere cosa farne, esattamente come un coltello con il quale si può decidere di tagliare il sedano o di uccidere una persona; allo stesso modo sul web si può decidere di condividere foto di gattini oppure insultare una persona contribuendo a quella che sarà la sua fine.

Facciamo finta che tutto questo non sia stato un caso, che Tiziana fosse d’accordo nel pubblicare il video e che si trattasse di Tiziano. Sarebbe successo lo stesso? Probabilmente no, perché ci sarebbe stata un’altra visione dell’accaduto. Ma la cosa peggiore è che la sensibilità della vittima è stata completamente ignorata e a nessuno è venuto in mente che quegli insulti erano indirizzati ad una persona in carne ed ossa, che soffre o gioisce esattamente come ognuno di noi.

Non siamo forse noi, ognuno nel nostro piccolo, a dover prendere un momento di tempo per pensare a quello che la nostra parola può causare? Certo, la voce di un singolo non può molto contro un’immensità dell’opinione generale. Ma l’opinione generale è a sua volta formata dalle voci dei singoli che sono quindi direttamente e individualmente responsabili degli effetti causati. Il web è una tela tessuta fra persone, non tra noi e un mondo virtuale e insensibile ma dai nostri simili al di là dei monitor. Il vantaggio di internet non è quello di alleggerire ciò che viene scritto e detto, ma di farlo arrivare più lontano. Ricordiamocelo.