Pubblichiamo un messaggio che GIONA COLOMBO, studente della quinta liceo classico, ha voluto condividere nel giorno di Natale.

MESSAGGIO IN OCCASIONE DEL NATALE 2016

Col cuore aperto ad accogliere la tenera letizia che il Natale effonderà ancora una volta, desidero esprimere a voi, cari compagni e compagne, ai professori, al personale scolastico e a tutti indistintamente, i miei auguri, con lo sguardo volto alla nascita del Bambino a Betlemme, la cui luce non si estinguerà finché risuoneranno sulla terra i doloranti passi di chi cerca tra le spine il sentiero della vita.

Vorrei che, al pari degli umili pastori, i quali per primi accolsero il salvifico messaggio, tutti gli uomini di oggi restassero ugualmente rapiti dallo stupore dell’annuncio dell’Angelo.

Atteggiamento moderno di fronte al Natale

Vi è da chiedersi se l’uomo moderno sia ancora disposto a lasciarsi avvincere da tanta soprannaturale grandezza e penetrare dalla sua intima letizia: quest’uomo, quasi convinto di un suo accresciuto potere, incline a misurare la propria statura dalla potenza dei suoi strumenti, delle sue organizzazioni, delle sue armi, dalla precisione dei suoi calcoli, dal numero dei suoi prodotti, dalla distanza ove può giungere la sua parola, il suo sguardo, il suo influsso; quest’uomo che ormai discorre con orgoglio di una età di facile benessere, quasi fosse a portata di mano; che, come sicuro di sé e del suo avvenire, tutto osa, spinto da incontenibile ardimento a strappare alla natura l’ultimo suo segreto, a piegarne al suo volere le forze, bramoso di penetrare con la propria presenza fisica anche negli spazi interplanetari. In verità l’uomo moderno, appunto perché in possesso di tutto ciò che lo spirito e il lavoro umano hanno prodotto nel corso dei tempi, dovrebbe anche più riconoscere l’infinita distanza fra la sua opera immediata e quella di Dio.

La realtà è ben diversa, perché le false o ristrette visioni del mondo e della vita accettate dagli uomini moderni non solo impediscono loro di trarre dalle opere di Dio un senso di ammirazione, ma anche, a somiglianza dei costruttori della torre di Babele, li inducono a sognare una inconsistente “divinizzazione” dell’uomo, bastevole per ogni esigenza fisica e spirituale. Il Natale per essi non ha altro contenuto né linguaggio se non quello che può esprimere una culla: sentimenti esclusivamente umani, quando non sopraffatti da più pressanti ed esigenti istanze mondane, che profanano anche il semplice valore estetico del Natale, per non parlare di quello spirituale.

La “spersonalizzazione” dell’uomo moderno

Purtroppo è già in atto questa triste realtà: là ove il demone della organizzazione invade e tiranneggia lo spirito umano, si svelano subito i segni del falso e anomalo orientamento dello sviluppo sociale. In non pochi Paesi lo Stato moderno va divenendo una gigantesca macchina amministrativa. Esso stende la sua mano su quasi tutta la vita : l’intera scala dei settori politico, economico, sociale, intellettuale, finanche alla nascita e alla morte, vuol farsi materia della sua amministrazione. Nessuno si meravigli quindi se in questo clima dell’impersonale il senso del bene comune si attutisce nelle coscienze dei singoli, e lo Stato perde sempre più il carattere di una comunità morale dei cittadini.

In tal modo si rivela l’origine e il punto di partenza della corrente, che travolge in stato di angoscia l’uomo moderno : la sua “spersonalizzazione”. Gli si è tolto in larga misura il suo volto e il suo nome; in molte delle più importanti attività della vita è stato ridotto a puro oggetto della società, poiché questa, a sua volta, viene trasformata in sistema impersonale, in una fredda organizzazione di forze.

Il grido di dolore dei poveri e degli oppressi

Il mio augurale saluto è rivolto, prima che ad altri, ai poveri, agli oppressi, a coloro che per qualsiasi motivo gemono nelle tribolazioni, e la cui vita è quasi condizionata dal respiro di speranza che si sa loro infondere e dalla misura di soccorso che loro si riesce a procurare. Sono tanti e in vertiginoso aumento i poveri, gli sbandati, i disoccupati e i profughi. Anche e soprattutto per essi nasce il Bambino, in una semplice e umile capanna tra i pastori, richiamando l’attenzione su quei milioni di uomini che le società escludono, sui bambini, coinvolti nelle forme peggiori di sfruttamento e reclutati persino nei conflitti armati. Un insopportabile peso agli occhi delle società che amano e si pregiano di definirsi “civilizzate”. Ma dove sono giunte? Dove le hanno condotte la violenza, l’egoismo e l’odio? Esse falsamente sventolano la bandiera dei sacrosanti diritti umani se, in un mondo in cui si discorre molto di diritti, tollerano che venga di fatto calpestata la dignità umana. In un mondo dove si parla tanto di diritti sembra che l’unico ad averli sia il denaro. Noi viviamo in un mondo, in una cultura dove regna il feticismo dei soldi. L’adorazione del denaro allontana dal senso della vita, costringendo a venerare un dio di avidità. L’ambizione, la sete di successo ad ogni costo e di vanagloria favoriscono non poco questa falsa via e portano al baratro della chiusura del cuore ad un lietissimo evento come quello del Natale. Avversare l’amore, non prodigarsi per il prossimo, anteporre in ogni occasione il proprio ego è l’esatto opposto di quel che Dio fece venendo al mondo. Ognuno, anzitutto nella solennità del Natale, dovrebbe aprire, spalancare tutte le porte, non temere il diverso, considerare l’aiuto e il dialogo con i sofferenti, i profughi e i poveri, come ciò che di più cristiano e giusto vi possa essere. Non si lasci inascoltato il loro grido di disperata sofferenza.

La causa della pace

E poiché già si avvicinano le soavi festività natalizie, ritengo opportuno rivolgere una viva esortazione a tutti i cristiani e ai fautori di pace, affinché preghino per ottenere di estinguere e allontanare le fiamme che sono minacciosamente agitate dall’odio nelle sedizioni e nei tumulti. Dio illumini con la sua luce celeste le menti di quelli che spesso, piuttosto che mossi da ostinata malizia, sono tratti in inganno da errori ammantati dalle piacevoli apparenze della verità; egli reprima e plachi negli animi l’odio, componga le discordie, faccia rivivere e crescere la carità cristiana. A coloro che godono di molti beni, egli insegni una provvida generosità verso i poveri; a coloro poi che tribolano per le loro condizioni povere e disagiate, egli, con il suo esempio e con il suo aiuto, apporti le spirituali consolazioni e li conduca a desiderare soprattutto quei beni celesti, che sono i beni migliori e che non verranno mai meno.

La solidarietà dell’Europa come uno dei mezzi per la pace del mondo

Uno dei mezzi per assicurare a tutto il mondo la pace, una forza che abbracci altresì i popoli dell’Asia e dell’Africa, il Medio Oriente e la Palestina coi Luoghi Santi è rinsaldare la solidarietà dell’Europa. Questa però non si convalida finché le nazioni associate non comprenderanno che le sconfitte politiche ed economiche delle une, a lungo andare, in nessuna parte del mondo possono risultare veri guadagni per le altre. Non si convalida, riguardo alla formazione dell’opinione pubblica, se, nell’ora del comune pericolo, la critica dell’azione degli uni, anche quando è in sé giustificata, viene espressa dagli altri con tali vedute unilaterali, tanto da far dubitare che esista ancora un qualsiasi vincolo di solidarietà. Mai non può farsi una buona politica col solo sentimento; tanto meno la vera politica di oggi coi sentimenti di ieri e di ieri l’altro.

In conclusione…

Innumerevoli sono le speranze e i pensieri che a Natale si vogliono esprimere. Io desidero ardentemente che si degni il divino Bambino di accogliere le suppliche di quanti lo pregano, affinché la sua presenza sia avvertita quasi sensibilmente, come nei giorni della sua vita terrena, nel mondo di oggi. Vivo in mezzo agli uomini, illumini le menti e corrobori le volontà di coloro che reggono i popoli, a questi assicuri la giustizia e la pace, incoraggi i volonterosi apostoli del suo eterno messaggio, sostenga i buoni, tragga a sé gli sbandati, conforti coloro che soffrono persecuzioni per il suo Nome e per la sua Chiesa, soccorra i poveri e gli oppressi, lenisca le pene ai malati, ai prigionieri, ai profughi, dia a tutti una scintilla del suo amore divino, affinché trionfi in ogni luogo sulla terra il suo pacifico regno. E gli auguri che in questo Natale abbiamo formulato per la scuola e per tutti gli uomini, saranno più vivi e più efficaci se, mentre fin d’ora noi li convalidiamo, invocando la realizzazione dei buoni propositi di ognuno per l’anno venturo, saranno oggetto di una interiorizzazione da parte dei cuori di chi li ha ricevuti.