FOTO E ARTICOLO DI MICOL SACCHI
Siamo finalmente nel vivo delle tanto attese vacanze di Carnevale, tre giorni che noi studenti vediamo soprattutto come una piccola pausa dalla mole di compiti e verifiche che ogni giorno ci aspetta a scuola. Ma conosciamo davvero la storia di questa festività che fa parte della tradizione culturale di molti paesi, tra cui il nostro?
Per quanto riguarda l’etimologia del nome, gli studiosi hanno formulato varie ipotesi: potrebbe derivare da Car navalis, in riferimento all’antica abitudine di portare in processione una nave sacra su un carro, cerimonia che potrebbe essere stata ripresa nelle odierne sfilate dei carri, tipiche di questo periodo. Altri invece pensano che il termine derivi da Carnem levare (“togliere la carne”) o ancora da Carne Vale (“Addio, carne”), alludendo al fatto che, terminato il periodo del Carnevale, si apre quello della Quaresima, tempo di digiuno e di sacrificio.
Se molti sono i dubbi riguardo al nome, ancor più numerosi sono quelli relativi alla ricostruzione della storia di questa festività. Nonostante le ipotesi siano molteplici, molti storici concordano sul fatto che il Carnevale ponga le sue origini in Grecia dove, durante le festività dedicate a Dioniso (le cosiddette Antesterie), gli ordini gerarchici della società apparivano ribaltati e gli obblighi etici venivano temporaneamente ignorati. Lo stesso accadeva qualche secolo dopo a Roma, durante i Saturnalia, festività che comprendevano cerimonie e riti dedicati al dio Saturno, o i Lupercalia, che si svolgevano a metà febbraio in onore del dio Fauno.
Questo carattere di ribaltamento e sregolatezza rimase nei secoli successivi e caratterizzò il Carnevale medievale. Nel Medioevo, infatti, questo periodo era caratterizzato da una sospensione temporanea delle leggi, anche morali: i ruoli sociali si invertivano e in alcune corti si poteva assistere addirittura a travestimenti e a scambi di identità fra donne e uomini o ricchi e poveri. Ogni anno veniva eletto un “Re del Carnevale” (da cui deriveranno poi le nostre maschere locali) che si occupava di garantire che tutti potessero danzare, mangiare e bere in abbondanza in un clima di divertimento esagerato.
Nuove tradizioni nacquero poi nel Rinascimento, periodo durante il quale si introdusse l’uso di organizzare per le vie della città sfilate di carri, che dovevano raffigurare scene mitologiche, storiche e bibliche, a volte addirittura politiche (dando origine alla satira politica che si svolge ancora oggi durante il Carnevale).
Proprio in questo periodo nacquero le maschere che noi conosciamo, in particolare quelle di Venezia, perfezionate poi nel Settecento ( le tipiche maschere veneziane che tanto successo riscuotono tra i turisti di tutto il mondo).
Il Carnevale che festeggiamo al giorno d’oggi non è altro, quindi, che una rielaborazione di antiche cerimonie, tradizioni e riti che, con il passare dei secoli, si sono fusi in modo disordinato, quasi casuale, per dare origine a una festa dei folli, a un periodo nel quale ognuno è libero di comportarsi, vestirsi come meglio ritiene, burlandosi – senza mai provocare veri danni – dei propri amici.
Perché si sa: “A Carnevale ogni scherzo vale” e come cantava Lorenzo il Magnifico in questa occasione “Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto, sia, del doman non c’è certezza.”.