LAURA MANCA

E’ arrivato tra i banchi dell’Istituto grazie all’associazione “Liceali del D’Adda”, portando con sé un messaggio innovativo e, allo stesso tempo, anche un po’ sorprendente. Nel settore delle nuove tecnologie, tema al centro dell’incontro dedicato alle classi quinte svoltosi oggi in aula conferenze, Massimo Temporelli è infatti un esperto e in poco meno di due ore è riuscito ad aprire davanti agli studenti la prospettiva di un mondo nuovo, diverso, avanzato. L’inizio di un’evoluzione, già cominciata, che affascina e fa paura, come hanno dimostrato le diverse reazioni scatenate da idee forse in parte visionarie, ma non lontane dalla realtà attuale.

Originario di Ghemme e laureato in Fisica all’Università di Milano, Temporelli ha alle spalle numerosi lavori editoriali, collaborazioni con aziende, radio e reti televisive. Dal 2010 è libero professionista e imprenditore, dal 2012 insegna allo IED e alla Cattolica nel capoluogo lombardo e oggi ha presentato ai ragazzi del D’Adda uno scenario che a molti deve essere parso fantascientifico. Durante la conferenza si  parlato infatti di sensori e microchip, di nuove tecnologie in fase di crescita e sperimentazione che potranno un giorno modificare e migliorare la vita quotidiana in ogni suo campo, dai gesti più semplici, come fare la spesa, fino agli aspetti legati alla salute e alla medicina.

Il loro impatto si prospetta tanto determinante da far sorgere non poche perplessità da parte dei più scettici: lo sviluppo scientifico non significherà rimpiazzare l’essere umano con i robot? No, almeno secondo Massimo Temporelli. «La tecnologia- ha detto infatti il relatore- non toglie nulla all’uomo, anzi è proprio ciò che lo rende tale. Dalle invenzioni dell’uomo primitivo a Galileo Galilei, fino all’era di Internet: tutto è stato un’evoluzione dettata dall’avanzamento della scienza e della tecnica. Il mondo cambia continuamente, in un intreccio di fattori che non sono solo tecnologici, ma anche culturali».

E una rivoluzione culturale è proprio ciò che serve, secondo l’esperto, per traghettarci verso il cambiamento. «L’applicazione delle nuove tecnologie è spesso ostacolata da problemi di mentalità: avanzare significa infatti mettere in discussione la concezione tradizionale di valori come l’amicizia, l’empatia; la vita di tutti i giorni», ha aggiunto Massimo Temporelli. Il punto più caldo della questione però, responsabile di aver sollevato i maggiori timori tra alcuni dei giovani, è stato anche il messaggio più forte da lui lanciato: «Oggi la conoscenza è sempre più democratica, ma la vera sfida è aprirsi a un modo “scientifico” di pensare: l’uomo è tecnologia, che senso ha temerla?».

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