LAURA MANCA _ ex allieva Liceo Classico
Una borsa di studio è sempre qualcosa che celebra un risultato ottenuto, ma spesso ci si dimentica, o non si parla, della strada che si è dovuta fare per raggiungere quel traguardo. Ancora meno si parla di chi ha reso possibile un tale percorso. E’ poi sempre difficile scrivere di se stessi. Quindi non lo farò. Non parlerò di me, di come e perché ho ricevuto il Premio Turcotti per l’anno scolastico 2016-2017.
Vorrei parlare, invece, delle persone che mi hanno guidata, consigliata; che hanno dimostrato, ognuno a proprio modo, di volermi bene, stando al mio fianco e credendo in me. Facendomi crescere. Perché la mia fortuna più grande è stata l’averle incontrate.
Sono nata nel posto giusto al momento giusto, in una famiglia grande e bellissima. A volte sembra tutta matta, ma sicuramente non ci annoiamo né ci abbandoniamo mai. Crescendo ho incontrato brave persone e amicizie leali, poi, insieme alle difficoltà, è entrata nella mia vita anche una seconda famiglia.
L’ho trovata qui, tra i corridoi del D’Adda, nelle persone che, abituati come siamo a vedere sedute dietro una cattedra, a volte ci sembrano appartenere a un universo parallelo, diverso da quello popolato da noi studenti. Sì, perché questa seconda famiglia sono i miei (ormai ex) professori. Non li ho mai ringraziati abbastanza, né, forse, potrò mai farlo, ma voglio provarci così: scrivendo di loro.
Raccontando di come, quando avermi in classe era più un danno che un guadagno, non mi abbiano fatto sentire un peso. Di come, a volte anche “tirandomi le orecchie”, mi hanno insegnato che non dobbiamo essere troppo duri con noi stessi: non potremo mai controllare tutto. Dai miei insegnanti ho imparato che bisogna accettare le sconfitte con se stessi per poter tornare a vincere: cadere, e chiedere aiuto, non è una vergogna. Mi hanno regalato tanto sul piano umano, ma non meno su quello scolastico. Le loro lezioni oggi, all’università, mi permettono di “vivere di rendita” nella maggior parte dei corsi.
Devo ringraziare anche Giovanni Turcotti. Una persona che non ho mai conosciuto, se non attraverso i racconti di chi ha condiviso con lui momenti di vita, ma che, fondando per la prima volta il Gabbianò, mi ha regalato la possibilità di un nuovo inizio (insieme alla presenza fondamentale della professoressa Elena Uglioni). Sua moglie Marinella oggi ne porta avanti la memoria con il premio che, giunto alla sua sesta edizione, mi è stato assegnato: un onore e uno stimolo per cercare di dare e di fare del proprio meglio sempre di più. Grazie per aver creduto in me.