MARTA GIULINI_FOTO DI MICOL SACCHI

“ (…) Noi riteniamo che sono per sé stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà e il perseguimento della Felicità”. Questa è una delle affermazioni presente nella “Dichiarazione di indipendenza dei tredici Stati Uniti d’America” del 4 luglio 1776: siamo sicuri che anche oggi questa frase rappresenti la realtà, soprattutto in un paese come gli Stati Uniti, in cui il presidente Donald Trump sembra agire al contrario? Negli USA infatti sta dilagando l’avversione nei confronti del Presidente per le scelte che sta operando in qualsiasi campo. Sembra quasi che tutto quello che i cittadini gli stanno chiedendo lui lo neghi: la maternità pagata, la libertà nel viaggiare e nell’ospitare, l’anti-discriminazione razziale e l’uguaglianza dei sessi sono solo alcuni esempi di richieste non accolte.

Ma la situazione in Italia è tanto diversa? Io non credo. Nell’articolo 3 della Costituzione della Repubblica Italiana si afferma che: ”Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale (…), è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che (…) impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. Anche in questo caso, credo che la realtà non sia esattamente come la Costituzione afferma: in un paese in cui tutti dovrebbero avere l’opportunità di realizzarsi pienamente, in realtà solo alcuni “privilegiati” riescono a raggiungere appieno questo diritto fondamentale.

Quindi, si riesce a raggiungere la completa realizzazione personale, cioè la felicità in questi Paesi? Forse, se ci si accontenta della realtà in cui viviamo. Ma se si è una persona che ragiona e realizza consapevolmente ciò che sta succedendo, non credo. Come è possibile infatti  essere felici in paesi dove la donna è ancora sottopagata o dove il matrimonio tra persone dello stesso sesso è ancora visto in malo modo seppur approvato dalla legge? Credo che una persona possa considerarsi realmente appagata e felice se vive in uno Stato in cui vengono garantiti i diritti fondamentali a tutti, anche alle persone di diversa etnia, religione, sessualità e sesso. E non è esattamente questa la situazione che stiamo vivendo, benchè le due Costituzioni affermino che siamo tutti uguali e abbiamo gli stessi diritti.

Ritengo, quindi, che l’uomo non possa essere felice nella realtà in cui viviamo, in cui la Costituzione non è rispettata né dai politici, né dagli stessi cittadini, interessati alla propria felicità e non a quella altrui.