MARTA GIULINI
In un articolo, una volta, ho letto che gli exchange student sono tra le migliori persone del mondo, poiché hanno imparato ad accettare le diverse culture e sono capaci di non avere pregiudizi. Altre persone, invece, pensano che questi studenti siano solo dei nulla facenti, viziati e pieni di sé. Altri, inoltre, giudicano l’ esperienza dello scambio con l’estero come una perdita di tempo e di soldi.
Io, personalmente, penso sia un’ opportunità formativa grandissima e preziosissima, ma alcuni studenti non sanno ancora bene di che cosa si tratti. Essere un exchange student significa, tramite un’associazione o privatamente, svolgere un anno, un semestre o un trimestre all’estero, in una nuova scuola e presso una famiglia ospitante, che nella maggior parte dei casi è volontaria. Fare questa esperienza significa crescere, cambiare, imparare una nuova lingue e una nuova cultura. Come dice una youtuber, ex-exchange student negli USA, “Non è un anno nella tua vita, ma è una vita in un anno”.
Per spiegare un po’ meglio lo scambio, ho deciso di fare qualche domanda ad Eleonora Gualino, studentessa della 4 classico appena tornata da un semestre in Australia.
1)Con quale associazione sei partita?
Eleonora: Con la WEP, che ha molti sedi in Italia.
2)Perchè hai deciso di partire?
E: Perchè mi ha sempre affascinata questa esperienza, e poi, poiché non ero sicura di farcela, ho voluto affrontare questa mia paura partendo da sola.
3)Come sono stati i primi giorni in famiglia e a scuola?
E: Sono stati molto meno difficili di quanto pensassi, poiché ho avuto la fortuna di avere una famiglia ospitante fantastica che mi ha sempre aiutata, come anche la mia famiglia qua in Italia. Diciamo che ho provato momenti peggiori successivamente, ma anche in quel caso avevo due famiglie che mi hanno sempre supportata.
La lingua è stata uno dei problemi principali, poiché, pur conoscendo l’inglese, l’accento in Australia è molto marcato e difficile da capire; anche in questo caso la famiglia ospitante è stata di grande aiuto.
4)Cosa ti mancava di più dell’Italia?
E: Il cibo.
No dai, seriamente, diciamo che mi mancava la routine che avevo stabilito qua. Ad esempio, in Australia studiavo pochissimo per la scuola, e quindi il pomeriggio non avevo nulla da fare. Però adesso ho già molte verifiche in programma e quindi mi manca la scuola australiana.
Diciamo che ho capito, tramite questa mia “mancanza”, la differenza dello stile di vita e soprattutto dell’istruzione tra Italia e Australia.
5)Adesso che sei tornata, in che cosa ti senti cambiata?
E: Diciamo che mi sento cambiata un po’ in tutto; sono cresciuta, mi sento più matura per prendere decisioni importanti, sono più sicura di me stessa e delle mie capacità. Proprio generalmente mi sento cresciuta, poiché questa esperienza mi ha cambiato completamente la mentalità e il modo di vedere l’altro.
6)Consiglieresti questa esperienza ad altri ragazzi?
E: Sicuramente, è una delle prime cose che farei, anche perché sbatti la testa un milione di volte però poi ne vale totalmente la pena. Certo, può essere dura in certi aspetti,soprattutto se sei una persona chiusa, poiché nessuno ti viene incontro per aiutarti, e questo ti fa assolutamente crescere, però alla fine vedi solo il bello.