LORIS TERRAFINO

Mafia.
Mafia è una parola grossa, è una parola che quando la pronunci ti riempie la bocca.
Certo non è una parola che si pronuncia tutti i giorni,soprattutto in questi ultimi anni e ancor più nelle nostre zone.
La mafia però è esistita, esiste ed esisterà se nessuno della nostra generazione si impegnerà a combatterla.
Sì, perché parlare di mafia non è una cosa vecchia, la mafia non è finita, e ci sono ancora i cosiddetti “uomini d’onore”.
La mafia c’è e agisce, semplicemente ora ha cambiato metodi, si è messa i “guanti bianchi”.
Ma quando è nata veramente la mafia?
Si stima che le prime tracce della mafia risalgano alla fine del ‘400, quando tre uomini,dopo aver vendicato l’onore della sorella ed essersi dati a trent’anni di latitanza, fondarono tre “associazioni” con l’obbiettivo di delinquere.
Per far parte di queste tre “associazioni” fondate in Sicilia,Campania e Calabria e quindi antenate di “Cosa Nostra”, della “Camorra” e della “ ‘Ndrangheta”veniva richiesto un sacrificio di sangue; usanza mantenuta tutt’ora.
Negli anni queste “organizzazioni” sono andate sviluppandosi per colpa di un grave fenomeno, ”l’omertà”.
Per “omertà” si intende una forma di solidarietà volta alla copertura di condotte delittuose, in particolare celando l’identità di chi ha commesso un reato o comunque tacendo circostanze utili alle indagini dell’autorità giudiziaria.
Grazie all’omertà delle persone fino alla prima metà del ‘900 si riteneva che la mafia fosse solo una “faida tra contadini”.
Tutti però dovettero ricredersi con la morte dei Magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, del Generale Dalla Chiesa, di Giuseppe, “Peppino”, Impastato, di Boris Giuliano e di tutte le 960 vittime della mafia che ogni anno vengono ricordate il 21 marzo nelle piazze dall’associazione “Libera”.
Con il “Maxi Processo” l’Italia intera venne a conoscenza dei nomi di molti affiliati alle cosche.
Infatti tra il 10 febbraio 1986 ed il 30 gennaio 1992 vennero imputate 475 persone in un “aula bunker” fatta costruire per l’occasione,temendo delle ripercussioni.
Basti pensare che solamente nel triennio 1981/1983 vennero commessi da “Cosa Nostra” 600 omicidi.
Fulcro di questo processo fu il “pentito” Tommaso Buscetta il quale illustrò a Falcone le sue vaste conoscenze su “Cosa Nostra”.
Il risultato furono condanne per all’incirca 2665 anni di reclusione.
La mafia però contrattaccò a questo duro attacco con molte stragi tra cui quella di “Capaci e di “Via D’Amelio”.
Con l’arrivo del XXI secolo i metodi mafiosi si “evolvono”.
Infatti la mafia inizia ad “emigrare” anche al nord con la monopolizzazione degli appalti e lo spaccio di cocaina.

Gli ultimi episodi risalgono allo scandalo di “Mafia Capitale” secondo il quale c’è stata un’associazione a delinquere di tipo  mafioso-politico-imprenditoriale che operava nella Capitale, commettendo reati di estorsione,usura,corruzione e false fatturazioni.
In particolare, dalle indagini è emersa l’accusa di “turbativa d’asta” nell’inchiesta sull’appalto per la gestione nei centri sociali di migranti irregolari e dei richiedenti asilo.
Ecco, con poche parole ho voluto provare a spiegarvi il concetto di mafia e la sua evoluzione.
Ma come si fa a combatterla?
Basterebbe denunciare le “irregolarità” e non fare finta di niente;
“L’Indifferenza” può fare veramente dei guai grossi.
Inoltre si potrebbe anche prendere parte alle attività proposte dall’associazione “Libera”.
“Libera”,Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, è un’associazione di promozione sociale presieduta da Luigi Ciotti, che l’ha fondata nel 1995, con l’intento di sollecitare la società civile nella lotta alla criminalità organizzata e di favorire la creazione di una comunità alternativa alle mafie stesse.
Recentemente il presidio più vicino a noi, quello di Borgosesia, ha chiuso.
Questo perché l’interessamento dimostrato dai giovani era veramente pochissimo.
Non si potrebbe pensare di ridare vita a questo presidio? Non si potrebbe riaprirlo?
Certamente, basterebbe dimostrare che siamo una generazione che vale,che si interessa del mondo che ci circonda, non dei nullafacenti che passano la vita a vagabondare sui social.
Ecco,basterebbe solo questo.
Pensateci.