CAROLA CERMINARA
“Ricorda per sempre il 5 novembre, il giorno della congiura delle polveri contro il parlamento. Non vedo perché di questo complotto, nel tempo il ricordo andrebbe interrotto.”
Questo l’incipit dell’opera che del 5 Novembre fa il suo principale vessillo, rievocando il fatto storico avvenuto nel 1605 conosciuto come “congiura delle polveri”, quando un gruppo di cattolici inglesi portò avanti un complotto a danno del re protestante Giacomo I d’Inghilterra, conclusosi con un fallimento.
“V Per Vendetta”, fumetto e in seguito pellicola cinematografica, scritto da Alan Moore, vuole essere uno spiraglio di luce su di un mondo distopico (non così lontano dal nostro),
dimenticato da “Madame Giustizia”.
Partendo dall’anniversario stesso della ricorrenza, la narrazione ruota attorno ai personaggi di Evey e dell’eroe mascherato della nostra storia: V.
Ci troviamo in un universo alternativo, in gran parte distrutto in seguito ad un conflitto nucleare che ha messo in ginocchio tutte le nazioni, meno una: il Regno Unito, capeggiato da un partito filo-nazista che ha voluto risollevare il paese dagli abissi, senza badare alle conseguenze.
Inganni, corruzione, censura, coprifuoco e violenze gratuite sono solo parte di ciò che opprime la gente comune, ed è per puro caso che Evey si unisce alla lotta scellerata, apparentemente priva di fondamenti di V.
Costui, individuo misterioso e carismatico a tal punto da far vacillare l’opinione del suo stesso nemico, segue due grandi ideali: da una parte quello di lavare col fuoco della rivolta una nazione spiritualmente morta, soffocata dal totalitarismo del regime, che ha dimenticato il valore della propria Voce; dall’altro, quello di vendicarsi. V infatti possiede anche “due facce”, la seconda costituita da un uomo consumato da un odio insaziabile, desideroso di divorare chi l’ha creato: “l’odio era l’unica cosa che conoscevo, l’odio aveva costituito il mio mondo, mi aveva imprigionato, mi aveva insegnato a mangiare, bere, respirare.”
Ma “V per Vendetta” è anche un’opera di simboli, di significati vagamente velati; il nostro giustiziere, infatti, non è altro che uno strumento necessario alla narrazione. E’ l’autore stesso infatti a svelarci come V rappresenti ogni persona che ha avuto il coraggio di coltivare, anche solo nel piccolo antro del proprio Io, un’idea che andasse contro a ciò che il regime imponeva.
Oggi come in passato, quindi, in occasione di questo 5 Novembre, è necessario ricordare la forza delle idee; proprio oggi in cui ognuno di noi si sforza di illudersi di poter davvero essere libero di dire ciò che pensa, il pericolo è dare per scontata quella stessa libertà per cui innumerevoli volte il sangue è stato versato. “Perché l’uomo può fallire. L’uomo può essere catturato, può essere ucciso e dimenticato. Ma quattrocento anni dopo ancora una volta un’idea può cambiare il mondo.”