FEDERICA RIZZATO
La gita annuale: il momento dell’anno scolastico più atteso dagli alunni di tutte le classi, soprattutto quelle del triennio, preceduto forse solo dall’ultimo giorno di scuola.
Per le classi quarte anche quest’anno la meta è stata la Campania, con visita del pittoresco capoluogo e del paesaggio mozzafiato della Costiera Amalfitana. Il primo aprile è cominciato il viaggio, con partenza da Varallo alle 5:00. Speravamo fosse solo un pesce d’aprile architettato dagli accompagnatori (Sezzano, Torchio, Gagliardini, Uglioni e Marabelli), ma per nostra sfortuna non lo era affatto. Lo spostamento dalla nostra Valsesia alla stazione di Milano Centrale è stato silenzioso e relativamente breve, seguito da una pausa per la colazione prima di salire sul Frecciarossa diretto a Napoli. Tra partite a carte, musica e dormite, dopo cinque ore le ruote delle nostre valigie hanno toccato il suolo napoletano. Nonostante la stanchezza causata dal lungo viaggio, la tabella di marcia prevedeva una visita al museo di Capodimonte. Il tragitto per arrivarci ci ha lasciati pieni di stupore: la gente in motorino senza casco, la mancanza di constatazioni amichevoli dopo gli incidenti (che si perdonano con una stretta di mano), il “coraggio” degli autisti locali hanno provocato in noi meraviglia e risate, facendoci tenere gli occhi appiccicati ai finestrini del bus a due piani.
Dopo la visita guidata al museo di Capodimonte, siamo giunti all’Hotel situato nella cittadina di Solofra (Avellino), dove abbiamo occupato le camere a noi assegnate e più tardi cenato.
La giornata si è conclusa con un discorso del prof Sezzano, atto a spiegarci
approssimativamente il programma dei giorni a seguire e a farci tutte le raccomandazioni del caso.
La colazione in hotel ha dato inizio alla seconda giornata, dedicata alla Costiera Amalfitana. Una volta arrivati a Castellammare di Stabia ed aver incontrato le guide che ci avrebbero accompagnato per tutto il resto della giornata, ci siamo divisi in due gruppi e occupato due navette più piccole, adatte al giro panoramico per le strette strade del lungomare.
Abbiamo ammirato la bellezza di città come Sorrento, Amalfi, Positano e altri piccoli centri, abitati per lo più durante il periodo estivo. Successivamente è stato proposto un mezzo di trasporto in alternativa alla navetta per il tragitto da Amalfi a Salerno: infatti chi voleva ha potuto raggiungere la città a bordo di un battello, ammirando così alcune grotte immersi nella splendente superficie equorea del Golfo di Salerno. Per vivere la vastità del Mediterraneo, ci è stata concessa una pausa di quaranta minuti, per poi tornare in hotel e cenare. Al posto di una serata “tranquilla” in albergo, i professori ci hanno proposto di andare al Pub più vicino, idea che abbiamo accolto più che volentieri.
Il 3 aprile, terzo giorno della nostra avventura, è stato interamente dedicato alla visita di
Pompei e alla Reggia di Caserta. Nonostante il maltempo ci abbia costretti ad ammirare il
sito archeologico di Pompei un po’ di fretta (non ci facciamo mai mancare qualche goccia di pioggia noi Valsesiani!), la visita pomeridiana alla Reggia è riuscita discretamente bene, grazie alle magnifiche architetture e agli infiniti giardini. Dopo la cena in hotel, si è ripetuta la serata al Pub, concludendo allegramente e in compagnia la nostra ultima notte in quel di Solofra.
Quarto giorno: la gita si sta per concludere, e lascia a tutti un po’ di amarezza per la velocità con cui sono passati i giorni. Così com’è stato per il primo giorno, la sveglia impostata presto mette un po’ tutti in difficoltà -soprattutto chi era andato a letto particolarmente tardi. La mezza giornata che ci aspetta prima di prendere il treno per Milano è stata dedicata alla visita di Napoli. Divisi in tre gruppi, due di questi accompagnati da guide locali e l’altro dal professor Gagliardini; abbiamo visitato i luoghi di maggiore rilievo della città e pranzato con piatti tipici; dopo aver recuperato le valigie, siamo saliti sul Frecciarossa diretto alla stazione di Milano centrale. Lì poi un pullman ci ha riportati a casa, un po’ malinconici e sfiniti, ma sicuramente arricchiti dall’esperienza fantastica che regalano gite di questo genere in posti magnifici come quelli Campani.