LORIS TERRAFINO, MARTA GIULINI
Nella mattinata di venerdì 27 settembre ha avuto luogo il terzo sciopero globale studentesco legato al movimento “Fridays For Future”.
Gli alunni del “D’Adda” che hanno partecipato, insieme ai colleghi di tutta la valle, sono stati ben 155.
In particolar modo hanno colpito la parole di una ragazza, Marta Giulini, che al termine del corteo per le vie di Borgosesia, ha tenuto un discorso degno di molta attenzione.
Queste sono state le sue parole:
“Nel 2050… Tutti i ghiacciai dei Poli ai confini del mondo saranno sciolti, gli animali di tutte le altre specie saranno estinti… ma ci saranno le macchine volanti!
Questa è una frase che riprende il ritornello della canzone “La punta dell’iceberg” degli “Eugenio in via di gioia”, che io ho scritto sul mio cartello durante la manifestazione “Friday for future” del 27 Settembre. Questa è una canzone scritta nel 2017 che tenta di prevedere cosa succederà nel 2050 e in questa ritroviamo in più momenti, come in quello che ho citato, come a dei problemi di livello ambientale/climatico si contrappongano delle novità tecnologiche, come per far passare in secondo piano i veri problemi. Ovviamente il testo parla di come anche la tecnologia porti a dei problemi: ad esempio espone come la medicina sia talmente avanzata da rendere quasi immortale l’uomo, anche se egli cerca comunque altri modi per morire, come le epidemie o la depressione. Ma, come si capisce chiaramente dal titolo, i problemi principali saranno quelli ambientali, cosa che adesso sappiamo quasi con certezza. Le frasi della canzone che io trovo più emblematiche sono principalmente due: la prima, che in realtà è alla fine della canzone: “La testa che spicca fuori dall’acqua non vede il proprio corpo sommerso, è la punta dell’iceberg l’iceberg intero, il resto è andato disperso” cosa significa? Se io sono con la testa fuori dall’acqua, a meno che io guardi verso il basso, non vedo il mio corpo, e lo stesso vale per un qualsiasi iceberg. Con l’innalzamento delle temperature, che ormai è evidente, e che sappiamo che se non rallentiamo porterà a disastri enormi a livello climatico, per la nostra vita e per la flora e la fauna del mondo, la punta dell’iceberg non solo non vede il suo corpo sott’acqua, ma è essa stessa il pezzo rimanente dell’iceberg. La seconda frase che io ritengo importante e che deve essere quasi il nostro motto dice: “Eliminare le differenze di razza, etnia per essere tutti uguali come i cinesi neri di fronte ai raggi solari”. Ma in che senso il nostro motto? Non voglio sottolineare adesso di come nel 2019 non bisognerebbe parlare di razza o altro, ma ritengo emblematica questa frase poichè afferma che per cercare di sopravvivere e di migliorare il nostro futuro dobbiamo collaborare tutti insieme noi giovani, di qualsiasi etnia e provenienza geografica. L’ esempio lampante lo si vede nella modalità in cui questi scioperi sono iniziati: il 20 agosto del 2018 Greta Thunberg davanti al Parlamento svedese con un cartello “skolstejkar för klimatet”, scrive in svedese: Vi barn gör ju oftast inte som ni säger åt oss att göra, vi gör som ni gör. Och eftersom ni vuxna skiter i min framtid, så gör jag det med. Jag skolstrejkar för klimatet fram till valdagen, che tradotto sarebbe “Noi bambini non facciamo spesso come ci dite di fare, facciamo quello che fate. E siccome voi ve ne fregate del mio futuro, anche io farò così. Faccio sciopero per il clima fino alle elezioni” (a Settembre 2018 ci sono state le elezioni legislative in Svezia). Lei voleva farci capire che i grandi se ne fregano del futuro di noi giovani in un mondo che probabilmente sarà completamente rovinato per motivi ambientali; lei se ne frega della scuola, perchè se tanto nel futuro il mondo sarà inabitabile, che cosa le serve l’educazione? Greta ha iniziato tutti i Fridays for future da sola nella capitale di uno in realtà dei paesi più verdi d’Europa e nell’ultima settimana abbiamo visto come milioni di giovani hanno scioperato in tutto il mondo per un problema che purtroppo riguarda e riguarderà tutti noi. L’anno scorso non sono riuscita a partecipare agli scioperi, ma, sentendo i miei compagni, so di come certe persone abbiano “sfruttato” questo evento solo per saltare la scuola. Non siamo qua tanto per “saltare la scuola”. Come è possibile anche solo pensare a una frase simile? Come è possibile che ci sia qualcuno che non abbia ancora capito che se non facciamo noi qualcosa, non lo farà nessuno? Io, classe 2001, nel 2050 avrò 49 anni, e non voglio vedermi tolto il futuro da persone che cercano di guadagnare da tutto, anche dal disboscamento della foresta pluviale più importante del pianeta. Non facciamoci rubare il futuro, e soprattutto quello dei nostri figli e nipoti. Nel 1999 dicevano che nel 2000 sarebbe finito il mondo, e, se gli adulti continueranno a credere che il mondo sia infinito, si saranno sbagliati di una cinquantina di anni”.
Un importante contributo, quello di Marta, con uno scopo fondamentale: sensibilizzare tutti noi studenti ad un tema tanto caro quale quello dei cambiamenti climatici.
Speriamo ci sia riuscita!