FEDERICA RIZZATO
Per imparare una lingua nuova -e qui tutti gli insegnanti interessati ne converranno- bisogna sì studiarne le regole grammaticali, la struttura delle frasi, i vocaboli e fare tanta pratica, ma un modo ancora più efficace per lasciare che tutto questo ci appassioni è approfondire la cultura attorno a cui ruota l’ idioma in questione.
Prendete lo spagnolo, ad esempio: una lingua molto intensa e ricca di sfumature, con poche regole ma essenziali per una buona comunicazione. Per quanto possa essere affascinante la lingua in sè, a renderla ancora più magnetica ed interessante sono le tradizioni e le usanze del mondo ispanico di cui fa parte.
Molti aspetti di questa cultura vivace e vibrante sono da noi lodati ed ammirati -la cucina, l’ospitalità, la musica- ma altri non sono ancora sufficientemente apprezzati e la danza è uno di questi.
È per questo motivo che la professoressa Rastelli e sua figlia Lucia hanno deciso di portare all’interno del D’Adda uno dei balli più affascinanti della Spagna: il flamenco. Grazie alle dritte di Lucia, i ragazzi della 5° e 4° turismo si sono adoperati ad imparare le basi di questa danza: sulle note di un tipico cante, gli alunni si sono improvvisati ballerini e hanno scoperto le radici antiche del flamenco, dall’origine del nome alle rappresentazioni cinematografiche, ai baile più difficili improvvisati dai professionisti.
In questo tipo di ballo il ritmo è indispensabile: che il tempo sia tenuto con le castañuelas (o “nacchere”) o colpendo la cassa del cajon -due strumenti a percussione molto usati in Spagna- o ancora più semplicemente battendo le mani, le fondamenta di questo ballo sono i movimenti delle braccia e dei polsi (braceo), uniti al rumore delle scarpe (zapateo) a ritmo con l’accompagnamento.
Anche il coinvolgimento emotivo è molto importante, poiché l’artista deve dimostrare di tener duende, ovvero di riuscire a coinvolgere il pubblico e a condividere con quest’ultimo le forti emozioni che sta provando mentre balla.
Tra un battito di mani e una giravolta, tra passi incerti e risate, il pomeriggio è volato e i ragazzi sono usciti da quella sala con i piedi stanchi, ma con un po’ di ammirazione in più per questa danza così elegante ed espressiva.