STUDENTI CLASSI QUINTE

Giovedì 20 febbraio scorso, presso la sala conferenze della nostra scuola, noi studenti delle classi quinte abbiamo assistito ad una lezione di storia in occasione del Giorno del Ricordo, che dal 2004 per legge è stato fissato nella data del 10 febbraio con l’obiettivo di “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.

Questo incontro, organizzato dalla scuola in collaborazione con l’Istituto per la storia della Resistenza e della Società contemporanea di Varallo, ci ha offerto una grande possibilità, quella di confrontarci con un argomento assai importante della storia italiana, non sempre trattato in modo approfondito nei programmi scolastici.

Il relatore, dott. Enrico Miletto, storico che si occupa da diversi anni di studiare questa pagina di storia, ha illustrato in modo dettagliato il contesto nel quale si verificarono gli eccidi nelle foibe e l’esodo della popolazione italiana dai luoghi passati sotto il controllo jugoslavo, muovendo dalla situazione precedente alla Grande Guerra, per poi esaminare l’italianizzazione dei territori del confine orientale ed illustrare i caratteri del “fascismo di confine” degli anni Trenta.

Dopo aver spiegato con grande chiarezza l’impatto della Seconda Guerra mondiale su quei territori, le dinamiche del conflitto ideologico e sociale, ha potuto delineare infine le complesse vicende successive alla vittoria dei partigiani socialisti di Tito nell’area Jugoslava e le relative influenze sulle trattative di pace, durante le quali l’Italia risultò inevitabilmente tra i paesi sconfitti.

Ampio spazio durante la sua relazione è stato rivolto anche alla presentazione della vicenda dell’esodo, riportando dati e fonti, soprattutto fotografiche e documentarie, relative alla situazione dell’accoglienza dei profughi nel Piemonte e nella nostra provincia. Attraverso queste fonti, ha illustrato il difficile destino di intere famiglie di italiani che in pochi giorni hanno dovuto abbandonare le loro case e le loro terre separandosi dagli affetti e dai luoghi di origine per trasferirsi e ricominciare da un’altra parte una nuova vita, non senza ostacoli considerato che l’Italia usciva dalla guerra. È stata un’esperienza didattica impegnativa, perché non è sempre stato facile riuscire a cogliere la complessità delle questioni affrontate, ma di grande utilità per la nostra preparazione e formazione.