LE ALUNNE E GLI ALUNNI DELLA 1° E 2° ARTICOLATA
Hai proprio ragione: quando l’odio finirà, ci saranno la pace e la serenità e finiranno le discriminazioni contri
i popoli.
Il tuo semplice diario è diventato storia; il senso della tua vita forse era questo: farci trovare il coraggio e la
speranza anche in questa enorme tragedia.
Leggere le tue parole mi riempie il cuore di tristezza; pensare che noi ci lamentiamo della pandemia che è
in atto, quando voi avete passato tutto questo.
Grazie per il coraggio di aver testimoniato un errore così osceno dell’umanità.
Per molte persone sei e sarai un angelo della vita e non dimenticherò il tuo coraggio e il tuo onore verso
tutti.
Nonostante ciò che ti è successo, i tuoi pensieri non sono mai di odio, anche se sapevi che non ti avrebbero
risparmiata; questa consapevolezza forse ti ha anche aiutata ad avvicinarti a Dio, e questo probabilmente ti
ha salvata.
È inconcepibile pensare a quanto ti è accaduto in quel brutto periodo in cui troppe persone e bambini
hanno perso la vita in un modo atroce.
Nutro una fortissima ammirazione nei tuoi confronti, perché tu amavi e non hai mai smesso di farlo, perché
non hai mai perso la tua umanità, perché non hai mai perso la fede, perché donavi il tuo sorriso a coloro
che l’avevano smarrito.
Mi mette orrore sapere che riesci a provare dolcezza anche per i soldati tedeschi, in questa tragica
situazione; è difficile pensare che la vicenda che stai vivendo sia una cosa veritiera e non una leggenda che
si racconta ai bambini per spaventarli.
Il tuo modo di reagire è stato stupefacente, il fatto che tu ti sia rifiutata di odiare, perché nonostante tutto
eri in pace con te stessa.
Il mondo e gli uomini, soprattutto, non cambieranno mai: ci saranno sempre, come ci sono e ci sono
sempre stati, uomini come te, altri come Hitler e tanti a metà.
È incredibile come tu abbia amato la vita e continuato a chiamarla per nome; lo trovo incredibile perché io
avrei iniziato ad odiarla e l’avrei chiamata in tutti i modi possibili tranne vita.
La tua scrittura è un urlo verso il mondo ingiusto; nelle tue parole ricche di dolore c’è un barlume di
speranza, quella speranza che non hai mai perso nonostante tutto e tutti.
Il tuo è un vero e proprio inno alla vita; nei tuoi scritti sono presenti tanta ribellione, forza di volontà e
potenza contro l’orrore.
Dovremmo tutti imparare a desiderare ciò a cui tu aspiravi: invece di scrivere per dimenticare, scrivevi per
ricordare; invece di coprire di orrore i tuoi pensieri, tu li ricoprivi di bellezza. Mi hai molto commossa
trovando una spiegazione a tutti i dolori che hai provato, sapevi vedere la libertà anche in un villaggio
recintato e dilaniato dalle spine: guardavi l’orizzonte e non vedevi il filo spinato ma il tramonto. Oggi molte
persone si reputerebbero libere se potessero fare ciò che non si può; oggi, cara Etty, siamo molto meno
liberi di te in un campo di concentramento perché tu eri libera dal momento che sapevi pensare a ciò che
volevi: finchè sapremo pensare a ciò che vogliamo saremo liberi.
Hai esaltato il campo di concentramento perché ti stavi prendendo sulle spalle il dolore di tutti quanti,
mostrando che l’amore è la soluzione.
Sei da ammirare perché in mezzo a quell’inferno ti sei concentrata sull’unico minuscolo, ma in realtà tanto
grande, pezzo di paradiso: il tuo cuore.
Ti ringrazio per quello che ci hai insegnato: perdersi e ritrovarsi, andare alla ricerca dell’umanità come tu
hai fatto per circa due anni, entrando in contatto con un orrore inimmaginabile, l’atrocità e la spregevole
essenza dell’odio umano.
Concordo pienamente con i tuoi pensieri: è vero che vivere un’esperienza, sia positiva che negativa, è
sempre un grande aiuto verso la conoscenza del mondo. Spero di essere in grado di affrontare la vita come
hai fatto tu, con determinazione e tanta forza interiore.
Sei un esempio di come la cattiveria umana, anche se portata all’estremo, non riesca a sconfiggere le
persone forti.