La nostra redazione ha ricevuto altre significative considerazioni scaturite negli alunni in seguito alle attività proposte per la Giornata della memoria e volentieri le pubblichiamo.
La Giornata della Memoria è una data importante perché si ricorda un momento drammatico dell’umanità nel quale circa quindici milioni di persone sono state vittime dell’Olocausto.
Poveri uomini, povere donne, poveri bambini e poveri anziani; tutti trattati nel peggiore dei modi, senza nessuna pietà e senza nessun tipo di rispetto.
Poveri uomini, perché sono stati portati via dalla loro vita, dalle loro abitudini, dai loro amori e dalla loro famiglia; costretti a lavorare duramente finendo per essere vittime di sfruttamento prima di terminare la loro vita.
Povere donne, perché sono state allontanate dai loro mariti, dai loro dolci e amati figli e dai loro affetti più cari per affrontare l’ultimo periodo della loro vita nella disperazione e nella solitudine senza alcuna possibilità di ritornare liberi.
Poveri bambini e ragazzi, che sono stati privati del sorriso dei loro amici, del periodo migliore della loro vita, della spensieratezza e dell’immaginazione.
Poveri anziani, persone con un’età avanzata costrette a lavorare ancora duramente nei campi di concentramento; anziani che facevano fatica a camminare, con la vista offuscata, con dolori alle ossa e persino al cuore…nessuno risparmiato, tutti obbligati a seguire ordine di un regime autoritario in una delle pagine più nere della storia del XX secolo e non solo.
Noi, nuove generazioni, dobbiamo tramandare questo terribile ricordo affinché nessun altro uomo possa mai trattare i suoi simili come è avvenuto in Germania durante la Seconda Guerra Mondiale.
Io penso che quello che è successo sia totalmente disumano.
Non riesco nemmeno ad immaginare cosa pensassero tutte quelle persone che venivano deportate, umiliate e private di tutto, persino del proprio nome e dell’affetto dei famigliari e di tutte le persone care, con la scusa di lavorare per la Germania.
Ho visto molti film e letto molti libri su questo argomento, e ogni volta che ci penso non riesco a capacitarmi di come la razza umana sia potuta arrivare al punto di voler sterminare un’intera popolazione solo perché avevano origini, cultura e religione diverse dalle proprie.
Immagino lo sconforto dei genitori, che avevano capito ciò che stava succedendo, che vedevano i loro figli privati della possibilità di avere un futuro. Immagino le sensazioni che hanno provato quando i bambini chiedevano loro dove stessero andando, perché venivano trattati male e che cosa stesse succedendo. Spesso penso agli anziani o alle persone disabili, che si sono visti costretti a vivere e lavorare in quelle condizioni, senza l’assistenza medica di cui avevano bisogno.
Per non parlare poi di quando all’arrivo nei campi le famiglie venivano divise, non riesco ad immaginare il dolore che provavano quelle persone, la cui unica “colpa” era quella di essere ebrei.
Oppure alle persone a cui veniva detto “Andate a fare la doccia” e poi da lì uscivano senza vita.
La Giornata della memoria è di fondamentale importanza per far sì che nessuno dimentichi ciò che è successo di modo che nessuno commetta di nuovo una cosa simile.
Etty avrebbe potuto salvarsi dalle persecuzioni naziste, ma decise di seguire le sorti del suo popolo. Venne portata, insieme alla sua famiglia, al campo di transito/smistamento di Westerbork e poi venne deportata ad Auschwitz, dove morì.
Io fortunatamente non ho vissuto in prima persona il periodo e le atrocità subite da più di dieci milioni di persone, quindi non posso nemmeno lontanamente immaginare cosa volesse dire vedere e/o subire quelle situazioni, essere perseguitata, spogliata di una dignità e uccisa nei peggiori dei modi.
Fin da piccola mi hanno sempre fatto vedere film e leggere delle testimonianze sull’ Olocausto, ma non ero in grado di comprendere a pieno tutto ciò. Da qualche anno a questa parte, ho iniziato ad interessarmi a questo periodo storico, alle ragioni della guerra e delle persecuzioni, delle rappresaglie, dei campi di concentramento e di sterminio.
Io personalmente trovo che nessuna ragione possa giustificare gli orrori subiti da milioni di persone colpevoli solo della loro religione o dei loro geni. Trovo umanamente impossibile togliere così la dignità ad una persona, privandola della libertà e della vita.
Mentre leggevo i testi, mi ha colpito quando Etty e gli altri prigionieri del campo di Westerbork, a cui era stato detto che sarebbero stati mandati a lavorare nei campi di lavoro, vedevano arrivare in continuazione sempre più anziani, feriti, invalidi e, visto che non potevano mandare a lavorare persone incapaci di farlo, hanno realizzato che non sarebbero andati a lavorare, ma a morire. Mi ha colpito molto quando nelle lettere Etty ha raccontato di una ragazza che viveva in una baracca del campo di Westerbork che era chiamata con il nome di un paese molto bello vicino al campo e lei si sentiva meglio nel sapere che la sua baracca si chiamava come quel posto. Questa parte mi ha quasi commossa, perchè questa ragazza, dopo che le hanno tolto tutto, si è aggrappata ad una minima cosa come il nome di una baracca per distrarsi da tutto quello che stava accadendo e che sarebbe accaduto.
Penso che leggere queste testimonianze sia molto importante per non dimenticare quello che è accaduto e che ci possa aiutare a non ripetere gli errori commessi in passato. Chi ha scritto, come Etty, credo lo abbia fatto perché avesse bisogno di farsi ascoltare e di segnare con le proprie parole un ricordo.