MADDALENA BERTOLI

Buongiorno a tutti e tutte, lettori e lettrici del Gabbiano!
Colgo l’occasione per augurarvi una buona primavera!
Vi scrivo il pomeriggio di Pasqua, seduta sul davanzale di camera mia e accerchiata da carte di ovetti di cioccolato mangiati.
Ammetto che questo non è l’articolo che avevo preparato per questo mese, e sicuramente avrei preferito farvi leggere l’altro, ma c’è stato un inatteso e travolgente cambiamento dei piani: il mercoledì sera antecedente la Pasqua alle 20 in punto (qui gli annunci ufficiali non si fanno attendere due ore e mezza come in Italia) il Presidente Macron ha parlato all’intera nazione francese, e anche a me immigrata temporanea italo-polacca.
La situazione è stata presentata da subito in modo piuttosto chiaro: nonostante tutti gli sforzi fatti, il coprifuoco e la campagna vaccinale che avanza molto rapidamente (stanno cominciando i dosaggi per i cinquantenni e intendono vaccinare la nostra fascia di età quest’estate), i morti e i contagiati da Covid-19 continuano ad aumentare.
Come ormai un vinile rigato che ripete la stessa parte il loop, è arrivato poi il discorso di incoraggiamento: non dobbiamo mollare, ormai stiamo arrivando alla fine di questa lunga e faticosa guerra, presto torneremo ad abbracciare tutti i nostri cari senza più paure e ci riprenderemo la libertà di cui siamo stati privati ormai più di un anno fa.
Ma, penso ormai lo sappiate tutti, C’E’ SEMPRE UN MA.
Per fare in modo che questi sogni si realizzino al più presto e con il minor numero di vittime, da venerdì tutte le scuole a partire dalle materne fino alle università resteranno chiuse. Si procederà con un programma e dei corsi a distanza fino al 3 maggio, data prevista per il rientro in classe. Come un soffio di vento che, zitto zitto quatto quatto, distrugge un castello di carte, il discorso del Presidente Macron mi ha lasciata incredula e senza parole. No, mi sono detta, non possono farmi questo. O meglio, il Covid non può entrare nella mia vita un’altra volta e rovinarmi anche questa fantastica esperienza. E’ ingiusto, è orribile e terribilmente triste.
Fermi tutti!
So già cosa mi direte: davvero Maddalena? Davvero ti stai lamentando con noi del fatto che non potrai più andare a scuola quando qui siamo rinchiusi in casa davanti ad un computer da mesi?
Avete ragione, non dovrei proprio proferire parola, ma solo ringraziare il cielo di avere avuto questo privilegio fino ad ora.
Perdonatemi, però, lo farò comunque e non vi biasimerò se mi mandate a quel paese e smettete di leggere proprio ora: sapere così all’improvviso che il giorno dopo sarebbe stato il mio ultimo giorno di scuola non è stato il massimo. Sapere che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrei messo piede in quella scuola, girato per quei corridoi e visto quegli insegnanti mi ha fatto davvero male.
Mi sono così abituata a fare degli sprint pazzeschi in bicicletta per arrivare in orario la mattina, a fare lunghe code per comprare qualcosa da mangiare a mezzogiorno e mostrare la mia carta scolastica alla segreteria dell’ingresso.
In questi due mesi e mezzo, certo, sapevo che quella stabilità e spensieratezza erano molto molto precarie, però nessuno ci prestava troppo caso: finché possiamo uscire, trovarci e andare a scuola meglio approfittarne al massimo e non pensare a cosa verrà dopo.
Il fatidico ‘dopo’ purtroppo alla fine è arrivato: ho salutato tutti i professori, i compagni che so che non rivedrò nelle prossime settimane e, molto cliché, mi sono comprata la maglietta con il logo della scuola.
Alla fine, me ne rendo conto, mi ritrovo sempre ad essere troppo pessimista: seguiremo dei corsi a distanza sì, ma non siamo obbligati a restare a casa. Posso ancora uscire, vedere i miei amici e mangiarmi una crêpes sucrée per merenda in centro, quindi poteva andarmi molto peggio.
Sono veramente grata per questo periodo della mia vita e, in ogni caso, di essere almeno riuscita a partire! So di essermi goduta a pieno quest’esperienza, Covid-19 permettendo, e l’importante alla fine è che il mio francese sia veramente migliorato, sono cresciuta come persona e ho stretto legami che difficilmente la distanza spezzerà!
Tutto questo papiro giusto per ricordare, a me stessa e a voi, che questo periodo finirà prima o poi, che davvero dobbiamo tenere duro perché verremo ripagati e recupereremo tutte le occasioni che stiamo mancando in questi mesi! Non dobbiamo abbatterci, non possiamo.

Adesso che ho avuto il mio momento da Presidente della Repubblica che parla alla nazione, vi lascio: au revoir!
P.S.= ora che tutta la famiglia che mi ospita è casa in occasione di tutti i pasti della giornata, dovrei sfoggiare le mie doti culinarie italiane, ma la verità è che so giusto fare la pasta al pesto…non giudicatemi, giuro che migliorerò!
Intanto, se avete in mente qualche idea di piatti tipici italiani facili da cucinare e che facciano effetto, aiutatemi rispondendo al sondaggio delle stories!
Merci beaucoup!