DEMA ALESSANDRO
Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche dell’estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c’è un piccolo e insignificante sole giallo. A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, c’è un piccolo,trascurabilissimo pianeta azzurro-verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un’ottima invenzione. Questo pianeta ha, o meglio aveva, un fondamentale problema: la maggior parte dei suoi abitanti era afflitta da una quasi costante infelicità. Per risolvere il problema di questa infelicità furono suggerite varie proposte, ma queste perlopiù concernevano lo scambio continuo di pezzetti di carta verde, un fatto indubbiamente strano, visto che a essere infelici non erano i pezzetti di carta verde, ma gli abitanti del pianeta.
Avete mai voluto provare a leggere Sci-Fi?
Il timore di trovarvi fra le mani un vecchio tomo pieno di termini tecnici e rimandi alla robotica vi perseguita?
Apprezzate l’english humor?
Se la risposta ad almeno una di queste domande è affermativa, mi sento in dovere di consigliarvi il romanzo “Guida Galattica per gli Autostoppisti”(disponibile nella biblioteca di istituto). Capolavoro indiscusso del genere fantascientifico e fiore all’occhiello della produzione di Douglas Adams, celebre anche per “Dirk Gently, Agenzia investigativa olistica”, narra le bizarre avventure di Arthur Dent, un uomo comune che in breve tempo si troverà a dover viaggiare per l’Universo con uno stravagante gruppo di autostoppisti, alla ricerca della risposta alla “Domanda fondamentale sulla Vita, l’Universo e tutto quanto”.
Il romanzo, celebre per la sua pungente ironia, fa del confronto Terra-Universo la sua punta di diamante: spiazzanti le scene in cui Arthur si confronta con gli “alieni”, esilaranti i botta e risposta tra lui e un’intelligenza artificiale, riguardo l’origine e la corretta preparazione del tè.
Consiglio questo libro a tutti coloro che desiderano un assaggio di science-fiction, senza il tradizionale contorno di profonde questioni filosofiche che tanto piace agli autori “classici” di questo genere.