GIULIA DUO’
“Al posto tuo, se il dolore c’è, lo farei sfogare, e se la fiamma è accesa, non la spegnerei, cercherei di non essere troppo duro. Chiudersi in se stessi può essere una cosa terribile quando ci tiene svegli di notte, e vedere che gli altri ci dimenticano prima di quanto vorremmo non è tanto meglio, […] di vita ce n’è una sola, e prima che tu te ne accorga ti ritrovi col cuore esausto e arriva un momento in cui nessuno lo guarda più, il tuo corpo, e tantomeno vuole avvicinarglisi. Adesso soffri. Non invidio il dolore in sé. Ma te lo invidio, questo dolore.”
Estate 1987, la riviera ligure come sfondo. Elio, figlio diciassettenne di accademici d’origine ebraica, ospita l’americano Oliver, associato negli studi del padre.
Presto, fra i due giovani nasce un complesso rapporto fatto d’arte, letteratura, musica e desiderio. L’estate, tuttavia, non è infinita; alla fine del romanzo, i due protagonisti dovranno dividersi, a causa della ripartenza di Oliver verso New York.
L’opera di Aciman fa riflettere sul tempo a disposizione, su ciò che in quel tempo non viene detto e sulla complessità dell’amore, dal suo sbocciare alla sua lenta scomparsa.
Amarsi, infatti, non è un’esperienza semplice nè tantomeno “comune”: attraverso la frase “Chiamami col tuo nome e ti chiamerò col mio”, Elio ci ricorda come amare significhi anche fondersi con l’altro, dimentichi dell’identità di ciascuno, dolcemente trasportati dalla promessa di un prossimo incontro.
Consigliato a: chi ha voglia di innamorarsi