CHANTAL GIACOPELLI
Il 29 marzo e il 1 aprile 2022 gli studenti della quinta classico e delle quinte linguistico, nell’ambito del progetto “I sentieri della memoria”, accompagnati e guidati dal professor Bruno Rinaldi, hanno potuto constatare in prima persona che luoghi sterminati e bellissimi possono nascondere sangue e terrore; quei luoghi che adesso si presentano come distese di fiori baciate dal sole o come foreste tranquille erano diventati le tombe di persone innocenti che si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato e questo fu loro fatale.
Sangue, fucilazioni, padri e figli che muoiono l’uno sotto lo sguardo dell’altro: ci appaiono scenari lontani dal nostro quotidiano, però basta pensare che la strage di Rozzo, ad opera delle forze nazifasciste che cercavano di riprendere il controllo del territorio valse siano, avvenne solamente nel 1944 per renderci conto che non si sta parlando di un passato così lontano. Questa vicenda, avvenuta il 19 luglio del 1944, coinvolse ben sedici persone di un’età compresa tra i 17 e i 55 anni. Civili uccisi per saziare la sete di sangue di una guerra che come tutte le altre non porta nulla di buono. Una guerra che trascina con sé sogni, aspettative e vite. Bisogna smettere di pensare ad essa come unica soluzione o come mezzo per raggiungere un equilibrio: è così conveniente distruggere sorrisi solo per qualche territorio o risorsa in più? Gli assassini non solo spensero vite, ma anche cercarono di far cadere le vittime nell’oblio, di farle dimenticare come se non fossero mai esistite. Ed è esattamente questo il compito che noi abbiamo: mantenere viva la memoria di queste persone che sono morte per mera crudeltà, così che tutto quello che dovettero passare, i loro tentativi di mettersi in salvo e la loro resistenza non siano vanificati.
Ecco le foto delle quinte linguistico e classico.