Yasmine El Youbi
Il brand è accusato di pedofilia dopo le ultime campagne pubblicitarie
Nelle ultime settimane il brand più desiderato al mondo rischia di perdere la sua posizione in classifica. A scatenare le polemiche sono state le ultime due campagne pubblicitarie “Gift Shop Campaign”, foto scattata dal fotografo italiano Gabriele Galimberti, e “Primavera 23”, realizzata dalla casa di produzione americana North Six.
La prima campagna è stata proprio quella che ha catturato l’attenzione popolare: le foto dei bambini con addosso orsacchiotti “punk”, che sembrano più peluche soggetti a pratiche sadomaso, hanno in breve tempo fatto il giro del web, mettendo tutti d’accordo che certi accessori non vanno accostati ai bambini.Molti personaggi famosi, per protesta verso il brand, hanno pubblicato video nei quali tagliano, rovinano o addirittura bruciano abbigliamento e calzature di Balenciaga.
Il fotografo Galimberti ha spiegato che lui si è semplicemente limitato a fotografare: le scelte stilistiche le avrebbero prese Demna Gvasalia (attuale direttore artistico di Balenciaga) e il suo team, che hanno prontamente cancellato la campagna dopo le polemiche.
La seconda campagna incriminata, lanciata qualche giorno prima dell’altra, a prima vista potrebbe sembrare la solita pubblicità del brand con outfit stravaganti e accessori vistosi, ma osservandola con un occhio più attento si iniziano a notare dettagli a dir poco inquietanti. Il tema degli scatti è la vita d’ufficio, quindi non mancano scrivanie piene di scartoffie e pile di documenti: alcuni utenti su Twitter hanno fatto notare come abbiano camuffato pagine di una sentenza della corte suprema sulla pedopornografia infantile e altri riferimenti analoghi. Balenciaga ha deciso di denunciare la casa di produzione e il set designer Nicholas DesJardins per aver portato oggetti mai approvati sul set, chiedendo un risarcimento di €25 milioni.
