SARA SCHIBUOLA, LORENZO ZILIO, CARLO REGIS
Il 2 giugno non è un giorno di festa come gli altri: è un giorno tanto significativo quanto, talvolta, sconosciuto. In effetti sono pochi coloro che sanno veramente cosa significhi celebrare la tanto ambita e tanto sofferta proclamazione della nascita della Repubblica italiana di quel 2 giugno 1946. A noi studenti basta sapere che sia un giorno in cui non si va a scuola ed è subito festa, ma quanto sarebbe bello riconoscere veramente i valori e la memoria che hanno reso memorabile questo giorno?
La più celebre delle frasi fatte che gli studenti utilizzano nelle interrogazioni di storia sul XVIII secolo è sicuramente “L’Italia era ancora divisa in piccoli staterelli”, e l’aspetto scioccante è proprio questo: come faceva un Paese come il nostro a non aver ancora raggiunto una sua libertà e una sua identità nazionale? Proprio su questa domanda ebbero inizio i primi moti dell’ Ottocento delle società segrete, che miravano ad ottenere una definitiva unificazione dello Stato.
Ma gli sforzi di questi gruppi insurrezionali non bastarono, e lo capì bene Giuseppe Mazzini: il fatto stesso che queste società rimanessero segrete era il problema principale; per riuscire a smuovere qualcosa in questa condizione di disagio nazionale serviva un’azione di rinnovamento che partisse dal popolo e che fosse libera di diffondersi all’interno di esso. Nacque così la Giovine Italia, con l’aspirazione di realizzare una nuova entità nazionale.
Ogni nuovo membro di questa organizzazione doveva recitare solennemente un Giuramento, che racchiudeva in sé tutti i valori fondamentali del pensiero mazziniano e che esprimeva in modo diretto la commozione di un popolo per la costante ricerca della sua libertà, ormai perseguita da tempo.
Nonostante inizialmente avessimo pensato di leggere questo testo per farci due risate durante la lezione, abbiamo poi compreso la complessità e l’emozione che parole come queste possono trasmettere. Il Giuramento comincia illustrando le motivazioni che spinsero l’iniziativa di Mazzini:
- “Ai luoghi ove nacque mia madre…” sta a indicare che le radici di questo pensiero sono consolidate nella tradizione del popolo italiano.
- “Per l’odio innato in ogni uomo…” apre a una denuncia dell’ingiustizia e dell’usurpazione che il nostro paese aveva subito nei secoli.
- “Pel rossore ch’io sento in faccia ai cittadini delle altre nazioni…” allude, invece, alla vergogna provata nei confronti di un popolo ancora privo di una propria stabilità e identità.
Nella seconda parte il testo presenta il giuramento vero e proprio, attraverso il quale il nuovo membro promette solennemente di adempiere ai valori veri e propri della filosofia della Giovine Italia quali:
- L’impegno costante e attivo nella causa;
- L’unione nella persecuzione della stessa volontà;
- Esclusiva partecipazione a una e una sola associazione, la Giovine Italia;
Tutto questo “ORA E PER SEMPRE”.
Lo studio degli eventi del passato non va immagazzinato in un angolo lontano della nostra memoria, ma bisogna farsi bagaglio degli avvenimenti che hanno portato alla creazione del nostro presente, in modo che i valori trasmessi e le emozioni provate ci spingano a guardare con un occhio diverso la società del mondo in cui viviamo.
A tale scopo, siamo lieti di annunciare con questo articolo la nascita di una nuova sezione del sito scolastico intitolata “La Storia raccontata dai ragazzi”, un contenitore in cui verranno raccolti i lavori di approfondimento storico fatti dagli studenti. Perché la fiamma della memoria non si spenga mai.
La bandiera italiana è un vessillo di libertà conquistata da un popolo che si riconosce unito, che trova la sua identità nei principi di fratellanza, di eguaglianza, di giustizia. Nei valori della propria storia e della propria civiltà.
Carlo Azeglio Ciampi